lunedì 30 giugno 2014

Cosa sono gli Online Assessment tests?

Molte aziende utilizzano sistemi di Online Assessment per valutare i candidati prima ancora di intervistarli e/o per scremare il pool iniziale.

Esistono diversi tipi di online test e i più comuni sono:

  • test psicometrici e sulla personalità, come lavorate in gruppo e come vi sapete gestire
  • test di logica e calcolo, spesso a tempo
  • test ad hoc su conoscenze tecniche
Il tutto solitamente è fattibile in un'ora, massimo due.

Ora eccovi cosa mi è capitato qualche tempo addietro... e non è uno scherzo!


venerdì 27 giugno 2014

Intervista #11 Chiara (3/4) - Stipendi e lavoro in Germania

Quali possibilità in più credi che avrà tuo figlio crescendo in Germania?
A questa domanda non so rispondere, posso solo immaginare che data l’organizzazione generale più seria, ci sono ottime basi per delle prospettive migliori. Se mio figlio dovesse scegliere di frequentare giurisprudenza, tanto per fare come al solito il mio esempio, in Italia glielo sconsiglierei vivamente, mentre qui no: è un sistema meritocratico con delle floride e rispettose prospettive lavorative, quindi perché no.

Per l’istruzione inferiore non sono informata, scoprirò differenze ed eventuali vantaggi /svantaggi solo fra un pochino. Intanto posso dirti che Tommaso crescerà (o almeno questo è l’intento) perfettamente bilingue e questo spero e credo sarà per lui un’ottima carta da rispendere dove vuole. Da un lato sono contenta che cresca qui, con delle buone prospettive, ma dall’altro mi spiace che percepirà la nostra cultura e tradizione solo di riflesso. Tutto sommato spero anche che, anche se non tiferà Italia ai mondiali, un po’ italiano sia lo stesso almeno per le cose più belle come per esempio la concezione della famiglia.

Quanto invece al costo della vita è vero che è più basso rispetto all’Italia e che gli stipendi sono in effetti molto superiori?
Non è poi cosi vero che qui il costo della vita sia così inferiore rispetto all’Italia, bisogna distinguere tra i prodotti e servizi.

Facciamo una serie di esempi pratici così ci capiamo.
La benzina, per esempio, costa molto meno (20/25 centesimi al litro meno).
I prodotti che qui si comprano alla “Drogerie” (dentifricio, creme, tinte per capelli, trucchi, prodotti per bambini, quindi Pampers etc.) costano molto meno che in Italia, siamo nell’ordine di quasi la metà.

Poi però andiamo al supermercato e io, come tutti, non mangio creme, bensì frutta e verdura … e questo è un bene di prima necessità che costa, ahimé, quasi il doppio che in Italia (una volta ho pesato due pere … quasi 4 euro! Le ho lasciate giù!). La carne direi che costa uguale, il pesce buono non si trova quindi non lo so. Il pane costa un pochino di più, la pasta costa il doppio, l’olio non ne parliamo, il tonno in scatola inspiegabilmente è carissimo.

Insomma fare la spesa costa di più e infatti mi porto, quando e appena posso, certi prodotti dall’Italia.

I mezzi di trasporto, qui costano tantissimo: io abito tra Colonia e Bonn e l’abbonamento mensile per il tram per soli 15 km sono 120 euro. È un’enormità se penso al prezzo del mio mensile italiano (treno+ metropolitana) che era 75 euro … I treni in generale qui costano davvero molto, infatti non ho mai pensato di prenderlo. Meglio l’auto, qui le autostrade non si pagano!

C’è poi una spesa che pesa notevolmente sul budget familiare: l’assicurazione sanitaria, privata o statale che sia, è obbligatoria. Poco che spendi (come me e Markus perché lui è un dipendente statale e io come moglie ho una bella agevolazione) sono 150 euro a testa al mese, Tommaso, sempre regime agevolato, 40… insomma quasi 350 euro mensili. Non è poco. Per Tommaso andiamo a risparmiare perché l’assicurazione al momento ci ha rimborsato dieci volte tanto quello che l’abbiamo pagata. Ma per noi non saprei: ancora devo capire se è meglio del nostro sistema sanitario nazionale. Di certo costa di più, però se pensi complessivamente al sistema, ci sono degli indubbi risvolti positivi. Da un lato si evita il nero: se mi rimborsano il 100% non ho interesse che il medico non mi faccia la ricevuta per farmi pagare meno in nero (che in Italia è la regola), al contrario! Inoltre in questo modo tutti si fanno controllare almeno annualmente. In Italia appena è possibile il dentista ce lo si evita volentieri, o no?

A conti fatti ci sono cose che costano molto meno e cose che costano di più, quindi io e Markus siamo giunti alla conclusione che il costo della vita è uguale se non di poco inferiore a quello in Italia, ma gli stipendi come hai detto tu sono più alti.

Lo stipendio minimo sono 1.200 euro al mese, l’equivalente di 7,5 euro l’ora (ma questo credo che valga anche per l’Italia, il problema è che si aggira la soglia con patetici contratti al limite del legale). Le statistiche dicono che il guadagno annuo medio si aggira intorno ai 40.000 euro lordi l’anno.
Ovviamente bisogna in concreto distinguere: 40.000 euro l’anno sono, verosimilmente, i soldi che prende un dipendente statale, mentre un avvocato ne prenderà molti di più (una mia amica anche lei del settore mi ha detto che il primo stipendio per un giovane avvocato è, in un ottimo studio, sui 100.000 euro all’anno ).

Altro esempio che posso farti riguarda gli insegnanti, che guadagnano dai 2.500 euro mensili in su … non male direi. Insomma, per farla breve: sulla carta si vive meglio.

... segue a questo link l'ultima parte dell'intervista a Chiara.

lunedì 23 giugno 2014

Hackney Half Marathon

Questa domenica ho partecipato alla mezza maratona di Hackney, è stata una bella esperienza, evento organizzato benissimo.

Una giornata splendida, sole e caldo da fare invidia alla patria italica.

Hackney Marshes
12.500 runners, ottima organizzazione e grande coinvolgimento da parte della comunità di Hackney, moltissimi incitatori e supporter durante il percorso.

era meglio farla a casa... :)
21 km, 4 stazioni di rinfresco, che visto il caldo e il sole si sono rivelate fondamentali!
Molte associazione di volontariato e charity hanno preso parte all'evento.

Ho raccolto 200£ per MacMillian Cancer Support, dando il mio contributo per una buona causa.

Mile 11

Energia e atmosfera positiva, davvero ciò che serviva per completare la mezza con questo caldo.

Eccovi il percorso con i miei tempi, 1:48:07.

giovedì 19 giugno 2014

Intervista #11 Chiara (2/4) - Germania: corsi di lingua e contributi alle coppie

... come promesso eccovi il seguito del primo episodio

Cosa ti piace e cosa apprezzi di più del tuo nuovo paese? Ti va di descriverci i vantaggi e il supporto che offre il governo tedesco a una giovane coppia?
Inizio col dirti che sicuramente l’aspetto che apprezzo di più è l’organizzazione, l’amministrazione e l’assistenza che, sotto diversi aspetti, viene fornita alle persone che anche solo di fatto si trovano in questo Paese. Da quando sono qui ho ricevuto più aiuti dallo Stato tedesco di quanti ne abbia ricevuti in una vita intera in Italia (che anzi, immancabilmente, appena rientro mi chiede soldi, perché c’è sempre qualcosa da pagare).

Corso di lingua tedesca
Per cominciare, appena sono arrivata ho pensato di impiegare i primi mesi facendo un corso di lingua. Markus ha trovato per me la possibilità di fare l’“Integrationskurs” un corso, non solo di lingua bensì di integrazione per stranieri. In sintesi puoi fare sei mesi di corso (due per ogni livello: A1,A2 e B1) a solo 120,00 euro al mese, il resto (di complessivi circa 350, 400 euro mensili, forse di più) è finanziato dallo Stato. Lo Stato tedesco ritiene che gli stranieri, per trovare un lavoro e quindi integrarsi davvero, devono raggiungere il livello B1. Non solo: una volta finiti i mesi per lo studio della lingua, c’è la parte chiamata “Orientierungkurs”. Si tratta di un corso un po’ inutile in cui ti spiegano la forma di governo tedesca, elementi di politica sociale, quali sono i partiti in Germania, etc. Ultimato questo, fai un test a crocette e … Se lo passi, ti restituiscono la metà di quanto hai speso fino a quel momento per l’intero “Integrationkurs”!

Contributi alle coppie
Altri esempi rispondono poi alla tua prima domanda, relativa ai contributi come coppia sposata e per la nascita di Tommaso. Markus ora percepisce 300 euro, al netto dello stipendio, in più solo perché ci siamo sposati (circa 100 euro di contributo) e perché è diventato padre (ora e fino ai 18 anni di Tommaso 185 euro che corrispondono al “Kindergeld” ovvero i soldi per il bambino). Inoltre, essendo padre e marito è slittato nella fascia più bassa delle tasse, con il risultato che la sua effettiva entrata si è ovviamente alzata, ed è anche questa una forma di aiuto indiretta.

Ancora: io non lavoro e da quando sono qui non ho mai lavorato. Da quando è nato Tommaso percepisco al mese 300 euro e questo per l’intero primo anno del bambino (!): si chiama “Elterngeld” ovvero i soldi del genitore, che sarebbe stato il mio intero stipendio che se ne avessi avuto uno (fino a un massimo di 1.800 euro al mese). Ci tengo a sottolineare che tutti questi contributi ed agevolazioni sono state richieste da mio marito a Gennaio subito dopo la nascita di Tommi e ne abbiamo potuto usufruire dal mese successivo, ovviamente con doppia rata perché gennaio era saltato, senza nessun ritardo!

Quindi ricapitolando: prendo 300 euro al mese perché sono disoccupata. In Italia le avvocatesse percepiscono un’indennità di maternità pari all’80% di 5/12 del reddito professionale netto prodotto nel secondo anno anteriore alla nascita del bambino (???). E tale indennità viene corrisposta in un’unica soluzione, applicando la ritenuta d’acconto del 20%, per sole 5 mensilità, due mesi precedenti al parto e tre successivi … per il resto ti attacchi. Se consideri che il mio stipendio dopo quasi quattro anni di lavoro non raggiungeva nemmeno le 4 cifre il tutto si traduce a un contributo a dir poco ridicolo. Ma di cosa parlo? Per ricevere qualsivoglia contributo avrei dovuto essere iscritta alla cassa forense, cosa che, da non avvocato non ho fatto perché costava troppo. Risultato: per la nascita di Tommaso e il mio periodo di maternità avrei ricevuto ben ZERO euro!

Essere mamma in Germania
Ancora: Tommaso è nato il 5 gennaio. Neanche una settimana dopo ho ricevuto una lettera dallo Stato tedesco che anzitutto si congratulava per il lieto evento, ma che altresì mi comunicava che il lavoro di “Madre” ha per lo Stato un valore educativo che viene equiparato a uno stipendio di 1.800 euro mensili. Considerato che sono al momento senza lavoro e facendo non so che tipo di operazione in percentuale, io sto maturando una pensione pari al 5% circa di quello stipendio (!). Quindi quando andrò in pensione, per la bellezza di tre anni, avrò circa 90 euro in più solo perché sono una madre (!!!). Secondo me questo è un riconoscimento che va aldilà di ogni nostra (intendo degli italiani) comprensione, qualcosa di incredibile che qui è del tutto normale. Quindi ricapitolando, da mamma sto maturando una pensione, in Italia per quattro anni di duro lavoro sottopagato nella forma delle prestazioni occasionali (?? rendiamoci conto!) in uno studio legale non ho maturato neanche un giorno ai fini pensionistici. E sono soddisfazioni.

Insomma, forse ti ho annoiato, ma ci tenevo a descriverti tutto questo per far passare un messaggio: con la nascita di un bambino qui in Germania si va a stare meglio di prima! E questo è il contributo palpabile ed immediatamente effettivo di uno Stato che vuole aumentare la sua densità demografica. E sarà che sono mamma da poco, ma ho la percezione che qui ci siano molti più genitori giovani che in Italia … se non è un’impressione, è comunque un’ovvia conseguenza!

Segue l'episodio #3...

sabato 14 giugno 2014

Intervista #11 Chiara (1/4) - dalla Francia alla Germania

Chiara è stata mia compagna di classe più di una decade fa.
Di recente si è trasferita in Germania e colgo l’occasione per farle qualche domanda e condividere la sua storia.

Ciao carissima, innanzitutto grazie per aver trovato il tempo per rispondere alle mie domande. 
Se non ricordo male, dopo la maturità hai studiato legge a Milano … 
Sì, esatto. Mi sono laureata in legge alla Statale di Milano. Mi sono specializzata e laureata in diritto penale perché era (anzi è) la mia passione. Forse in questo non sono stata molto lungimirante, essendo il settore del diritto più nazionale di tutti e considerando come sono andate le cose …

E hai passato, durante l’università, un anno in Francia ...
Sì, l’ultimo anno di studi ho fatto l’Erasmus a Parigi. Ho scelto Parigi perché non avevo destinazioni in Gran Bretagna, dove avrei voluto migliorare l’inglese. Non mi pento della scelta (anzi!) anche se il francese non mi è poi tornato utile e lo sto dimenticando.

Com’è stata l’esperienza a Parigi? 
L’esperienza parigina è stata una delle più belle della mia vita. In parte perché è l’esperienza “Erasmus”che è di per sé divertente (molto!), ma oltre a quest’aspetto andare all’estero così giovane ti arricchisce enormemente. Quando sei all’estero da solo impari a cavartela, impari una lingua nuova (perché altrimenti non puoi comunicare), conosci gente proveniente da tutto il mondo, scopri come funzionano le cose negli altri paesi, allarghi i tuoi orizzonti (personali e culturali) e ti ritrovi a fare cose che non ti aspettavi nemmeno tu di fare o di essere in grado di fare.

Hai mai pensato di trasferirti in Francia a lungo termine? 
Parigi continua ad essere la mia città preferita e ho sempre pensato che, se fossi finita all’estero a vivere e lavorare, sarebbe stato in Francia e a Parigi, per l’appunto. Invece le cose non sono affatto andate così.

Dopo la laurea ho iniziato a cercare uno studio legale dove svolgere la pratica per diventare avvocato e mi sono orientata da un lato verso gli studi specializzati esclusivamente in diritto penale, dall’altro verso grossi studi di diritto internazionale. Uno studio di diritto francese a Milano mi aveva offerto anche di andare a Parigi per fare uno stage (ovviamente pagato la bellezza di 1.000 euro, cifra inverosimile per la realtà milanese!) e mi sarei occupata, mi venne detto chiaramente, esclusivamente di traduzioni senza alcuna possibilità di crescita né di assunzione.

Declinai quindi, forse sbagliando, l’offerta perché per quanto allettante mi avrebbe fatto perdere uno dei due anni di pratica necessari per fare l’esame di Stato.
Sono rimasta a Milano e alla fine sono stata selezionata e ho scelto di andare studio di diritto penale di Milano dove ho lavorato fino al giorno prima della mia partenza per la Germania.


Cosa ti ha spinto in Germania? Come mai questa destinazione, considerando che lavorare nel tuo settore adoperando la lingua tedesca non deve essere per nulla facile!
No, infatti la Germania non è mai stata nei miei piani né come meta turistica (non la conoscevo affatto) né, (figurati!) come posto dove vivere. È stato l’amore che mi ha spinto qui, insieme con “antipatiche” vicissitudini milanesi. Per fartela molto breve, il mio attuale marito, Markus (tedesco), è stato un mio amore d’infanzia. Mi ha ricontattata dopo 15 anni da quando ci incontrammo la prima volta in Grecia e io non ci misi né uno né due a prenotare un volo per rivederlo e … ci siamo innamorati di nuovo!

Abbiamo fatto avanti indietro per due anni (massacrante) e poi è successa una cosa che non doveva succedere e che ha fatto traballare tutto l’equilibrio delle mie convinzioni (lavorative) che ormai, dopo tre anni di duro e sottopagato lavoro, era già di per sé piuttosto precario: sono stata bocciata all’esame d’avvocato.

È crollato ai miei occhi il sistema in cui (sebbene schifoso) credevo fermamente e ho dato una svolta alla mia vita decidendo di dare una possibilità alla mia relazione con Markus, perché, di fatto, a quel punto avevo perso un anno. Rifatto lo scritto d’avvocato a dicembre 2012, tempo di organizzarmi e di decidermi veramente e il primo marzo 2013 ero qui.

Ora dopo poco più di un anno sono sposata e ho uno splendido bambino.

L'intervista prosegue a breve... rimanete sintonizzati!

Link alla Parte 2/4

lunedì 9 giugno 2014

Non fate anche voi questo errore...

Riporto dall'articolo di LondraNews
Sono un laureato in ingegneria elettronica a Londra da 3 anni e lavoro da Costa Coffee, ho provato in tutti i modi di entrare in questo settore ma ora le agenzie mi dicono che a 4 anni dalla laurea meglio se continuo a cercare nelle caffetterie. Cercano ingegneri ma voglio esperienza buona e recente 
Come dicevo nel precedente articolo, se volete lavorare nel settore per cui avete studiato, non sarà facile, avrete bisogno di un buon inglese (nella maggior parte dei casi!)  e tanta determinazione.

Passerete settimane e magari mesi senza trovare nulla, ma non disperate... continuate la ricerca!

Il giorno che accetterete un lavoro da cameriere rischierete di fare la fine del nostro amico... ora si ritrova con un pugno di mosche in mano dopo che sono passati diversi anni dalla sua laurea.

Vi dico che non dovreste fare il cameriere perchè cercare lavoro (qualificato) è MOLTO impegnativo, richiede molto tempo, risorse e pazienza. E' un processo graduale, all'inizio si fallirà ai colloqui e/o non si saprà come rispondere a certe domande... ma con l'esperienza riuscirete a padroneggiare le situazioni più difficili, perchè ci sarete già passati!

Ora mi direte, ma come faccio a mantenermi senza lavorare?
Ovviamente basta avere 3-4 mila euro da parte. Non sono pochi ma nemmeno troppi per mantenervi a Londra un paio di mesi.

Non li avete? Non disperate, trovatevi un part time e usate ogni ora libera per mandare CV e contattare reclutatori, ma vi avviso: sarà molto più dura! Se così non fosse, non avremmo ingegneri che fanno i caffè...

However... be positive and the challenge will be easier!


venerdì 6 giugno 2014

Jobs are like women


Nella mia esperienza di job seeker, più passa il tempo, più mi convinco di questo assioma

"jobs and women are like buses, they all come at the same" (spesso dopo essersi fatti/e aspettare molto a lungo!)

E' proprio un mondo crudele!

A chi non è mai successo di aver passato periodi di magra e solitudine, mesi o anni, e poi a un certo punto conoscere una persona, uscirci, e in contemporanea ecco che ne appaiono altre 2 o 3 che dimostrano il loro interesse per voi!

Ma come, quando eri single nessuno ti cagava e ora tutte voglio dartela???

Lo stesso succede col lavoro, solitamente agli inizi della ricerca si ricevono poche risposte, non si riesce ad avere nessuno colloquio, poi a un certo punto ecco che in una settimana ti fissano 3 o 4 interviews per diverse posizioni o aziende!!! e poi ci si ritrova ad avere un paio di offerte, super nervosi, temendo di fare la scelta sbagliata!!!

Detto questo eccovi i miei consigli:

  • Non mollare mai, never give up! Non arrendersi in ciò che si sta perseguendo.
  • Proprio quando si persevera e si va avanti, ormai depressi e demotivati, le opportunità si manifestano
  • Non farsi trascinare dalle emozioni. Se non si trova nulla non smettere di cercare e se si hanno delle offerte non accettare la prima che arriva, presi dal troppo entusiasmo
  • Cercare sempre di restare freddi e razionali!
 "Mai prendere una decisione importante quando si è troppo felici o troppo tristi"

martedì 3 giugno 2014

Storia di un programmatore che non sapeva l'inglese

Voglio raccontarvi le storia di un mio amico, collega di Università, che all'epoca mi ispirò a fare i bagagli. Per rispetto della privacy lo chiamerò Marco. Ma a parte il nome, vi assicuro che tutto il resto è storia vera.

Marco si laurea in ingegneria informatica, triennale, nel lontano 2007, con un voto medio basso, non è mai stato un studente modello, ne un gran lavoratore, a dirla tutta. Detto questo, il nostro protagonista aveva un obiettivo molto chiaro in testa: andarsene dall'Italia e intraprendere una carriera migliore a Londra.

Un mese dopo la laurea, senza perdere tempo, prenotò un volo per Londra e qualche notte in un ostello sgangherato a New Cross. Peccato che il suo inglese fosse a zero, non era nemmeno in grado di sostenere una conversazione del tipo "how are you, what are you doing in London?".

Il grande sogno di fare fortuna all'estero svanì dopo un paio di giorni, e dopo aver speso un sacco di soldi per dormire in una topaia, in compagnia di personaggi molto poco raccomandabili. 

Rientro immediato, in meno di una settimana, la mamma è contenta, lui un po meno.
Ed eccolo al campo base, a raccontare con ironia, cercando di celare l'imbarazzo, la sua disavventura. 
Gli amici lo prendono in giro e gli dicono che lo sapevano che non ce l'avrebbe fatta: "meglio così! ora sei di nuovo tra noi, che pensavi di combinare a Londra???"

Il nostro Marco quindi trova lavoro a Milano,  programma in Java, tira avanti, impara le basi del mestiere, a discapito delle 3 ore giornaliere di viaggio e dello stipendio miserabile...

... intanto la sera studia inglese, segue dei corsi e guarda telefilm in lingua madre. 
Fa fatica, non gli entra in testa facilmente, però qualcosa comincia a imparare...

Due anni dopo la disavventura iniziale Marco si licenzia e riparte.


Il suo inglese non è ancora all'altezza di una conversazione professionale, molti reclutatori lo chiamano al telefono per poi chiudergli la cornetta in faccia vista la sua incapacità comunicativa...

E' dura, manda molti CV e molte application ma nulla sembra andare in porto... Ma non si da per vinto e dopo TRE MESI di insuccessi e testate al muro arriva la botta di fortuna.

Viene chiamato per un colloquio, dove riesce a barcamenarsi in qualche modo nell'arco di due ore!!! il giorno dopo torna per la seconda fase che dura quasi 3 ore, in cui deve dimostrare una parte di codice java e spiegare come funziona e rispondere a delle domande...

... e viene assunto! 

Corre l'anno 2010, Marco inizia con lo stipendio da graduate (24.000£) per venire presto promosso a 28.000£, 6 mesi dopo.

Ancora oggi vive e lavora a Londra, non l'ho piu sentito ma a giudicare dal suo profilo LinkedIn non se la passa per niente male.

E pensare che, visti gli insuccessi iniziali nella ricerca del lavoro, poteva semplicemente farsi assumere in un pub o da Caffè Nero, aiutare in cucina, smettere di mandare CV come programmatore e avrebbe risolto i suoi problemi lavorativi in un batter d'occhio... e ora probabilmente sarebbe ancora li... dietro il bancone di un bar.

Invece ha puntato in alto, non si è accontentato, ci ha creduto fino in fondo.
Ha rischiato di finire i soldi, e c'è andato molto vicino! Ma alla fine ce l'ha fatta!

A voi le conclusioni.